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Inquinamento acustico, Cdm approva decreti in recepimento direttiva UE

Nella riunione del Consiglio dei ministri del 17 febbraio si è discusso anche di inquinamento acustico. La squadra di Governo ha approvato due decreti che vanno in questa direzione, “in attuazione della delega di cui all’articolo 19 della legge 30 ottobre 2014, n. 161, con l’obiettivo di armonizzare la normativa nazionale con la relativa disciplina dell’Unione europea”, si legge in una nota stampa.

I due decreti prevedono approvati prevedono, nello specifico:

1. armonizzazione della normativa nazionale in materia di inquinamento acustico (articolo 19, comma 2, lettere a), b), c), d), e), f) e h)) con la direttiva 2002/49/CE relativa alla determinazione e gestione del rumore ambientale

“Si armonizza la normativa nazionale in materia di inquinamento acustico, con l’obiettivo specifico di ridurre le procedure di infrazione comunitaria aperte nei confronti dell’Italia in materia di rumore ambientale, operando una razionalizzazione della tempistica riguardante la trasmissione delle mappe acustiche e dei relativi piani d’azione, assicurando nel contempo anche l’informazione del pubblico”, spiega il Cdm.

 2. armonizzazione della normativa nazionale in materia di inquinamento acustico con la direttiva 2000/14/CE e con il regolamento CE n. 765/2008 (articolo 19, comma 2, lettere i), l) e m))

“Si razionalizza la disciplina sulle macchine rumorose operanti all’aperto, con particolare riguardo a quelle importate da Paesi extracomunitari e poste in commercio nella distribuzione di dettaglio, affidando la responsabilità in materia agli importatori presenti sul territorio comunitario, colmando così un vuoto normativo e garantendo maggiore sicurezza all’utenza. Il provvedimento mira anche a raggiungere obiettivi di semplificazione nei procedimenti di autorizzazione e di certificazione, anche con una revisione dei requisiti richiesti agli organismi di certificazione. Viene infine rafforzata la disciplina sanzionatoria, conferendo ad ISPRA maggiori poteri di accertamento e verifica”, conclude la nota del Governo.

 

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