flash news

Comunicato stampa – Artusi al Tavolo Automotive: «Appoggio al Non-Paper del Governo e ai tre punti per la decarbonizzazione»

Roma, 14 marzo 2025 – «Federauto si riconosce nel Non-Paper sulle prospettive dell’automotive, presentato dal Governo italiano e ribadisce in tre punti la posizione di Federauto: rendere più flessibili le regole sulle multe per la case produttrici di autoveicoli; anticipare al quest’anno la verifica sul Regolamento CO2 per accertarne l’efficacia; revisionare il testo e di modificare l’approccio – ideologico e dirigistico – al tema della transizione puntando tutto su un’unica tecnologia – quella del veicolo elettrico – che non sta ricevendo dal mercato il riscontro che si attendevano i redattori dei piani e dei regolamenti UE, anziché applicare il principio della neutralità tecnologica, sollecitata anche dal Piano Draghi per rendere anche i carburanti rinnovabili (in primis, Biofuels, HVO e Biometano) vettori determinanti per la decarbonizzazione dei trasporti». Lo ha dichiarato il presidente di Federauto, Massimo Artusi, intervenendo oggi al Tavolo Automotive, convocato dal ministro per le Imprese e il Made in Italy, Adolfo Urso.

Artusi, ricordando che le multe sono state solo rinviate e non cancellate, ha affermato anche che «In questo modo si è solo rinviato il problema, senza peraltro intervenire sul metodo di misurazione delle emissioni di CO2, che è il vero albero avvelenato della catena: applicare soltanto il Tank-to-Wheels (dal serbatoio alle ruote), anziché il più veritiero Well-to-Weheels (dal pozzo alle ruote) è un modo surrettizio per spinare verso il motore elettrico, senza peraltro migliorare le emissioni nel loro complesso».

«Invece», ha proseguito Artusi, «si continua a battere la strada di normative mirate a condizionare il mercato (che, oggi, essendo libero, sta rifiutando la trazione elettrica), quali la greening corporate fleet, attraverso la quale si vorrebbe costringere non solo il cliente che vuole cambiare la macchina, ma addirittura l’operatore logistico, che con il veicolo ci lavora e ci vive, a comprare un certo tipo di prodotto».

«Mezzi diversi», ha detto ancora Artusi, «hanno invece bisogno di soluzioni diverse, scelte con un pragmatismo che dovrebbe ispirare le decisioni sia delle istituzioni europeo che del governo italiano. Al quale, peraltro, chiediamo – sul  versante delle autovetture – di ridisegnare il sistema fiscale del settore, sul modello dei principali paesi europei, anziché penalizzare ulteriormente uno dei mercati più resilienti riducendo i benefit delle auto aziendali e su quello dei veicoli commerciali di istituire un fondo di investimenti pluriennale, per favorire lo svecchiamento del parco circolante, in  particolare quelli fino a 7,2 tonnellate, che è tra i più obsoleti d’Europa e – esso sì – è il principale fattore attuale di inquinamento, sul quale è urgente intervenire».