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Comunicato stampa: Imu, Iva e… Auto

Roma, 14 giugno 2013 – I soldi al momento non ci sono. L’eliminazione completa dell’Imu costa 4 miliardi e altrettanto il blocco di un punto dell’Iva, cifre che «fanno ipotizzare interventi compensativi di estrema severità che al momento non sono rinvenibili». Lo ha espresso il ministro dell’Economia Fabrizio Saccomanni in Senato rispondendo ad alcune interrogazioni. E, dagli studi di Porta a Porta anche il titolare dello Sviluppo Economico, Flavio Zanonato, conferma che l’aumento dell’Iva è inevitabile.

“Noi confidiamo molto che questo governo di larghe intese mantenga gli impegni che ha preso alla sua nascita e che, prima ancora di abbassare la pressione fiscale su famiglie e imprese, almeno non la aumenti. Se falliranno in questo banale e preliminare obiettivo la fiducia degli italiani su questo esecutivo, e anche la nostra, subirà un pesante smacco. Forse fatale. L’ennesima doccia fredda dopo la miopia del Governo Monti che, se ha il merito di averci ‘salvato’ dal disastro, ha il demerito di non aver fatto nulla per rilanciare l’economia italiana, in primis i consumi interni, il vero nostro pilastro”, afferma il presidente di Federauto, Filippo Pavan Bernacchi. “Per quello che ci compete sottolineo con forza che i 170 euro in più che costerebbe un’auto a causa dell’aumento di un altro punto di IVA, rischiano di diventare un peso insopportabile per il settore automobilistico già in allarme rosso. Anzi, proprio l’Iva andrebbe abbassata di qualche punto per agevolare famiglie e imprese a sostituire i propri automezzi obsoleti, inquinanti e insicuri, e far ripartire i consumi. L’ennesimo balzello sarà un boomerang per lo Stato, senza contare che affondare un settore che contribuisce già per quasi 68mld di euro ogni anno è molto poco lungimirante, per usare un eufemismo”.

Anche il ministro allo Sviluppo economico, Flavio Zanonato conferma: «Fra 16 giorni senza che il governo faccia nulla, visto che è stato un provvedimento già deciso dal precedente esecutivo, noi avremo l’Iva aumentata di un punto dal 21 al 22%. Lo ho già detto nella mia assemblea più difficile, quella della Confcommercio e lo dico ora: in questo momento soldi per evitare l’aumento dell’Iva nel bilancio dello Stato non ce ne sono».

Se fosse confermata questa calamità, Federauto prevede che l’effetto boomerang per lo Stato si manifesterà anche attraverso costi sociali altissimi dovuti all’estrema difficoltà di un settore – quello autoveicolistico – da 1,2mln di addetti, e in miliardi di euro di mancate vendite, con conseguenti mancati introiti dall’Iva ma anche da bolli e Imposte Provinciali di Trascrizione.

“Ci chiediamo – ha aggiunto il presidente dell’associazione che rappresenta i concessionari di auto, veicoli commerciali, camion e autobus di tutti i brand commercializzati in Italia – perché, nonostante sia cambiato il Governo, si perseveri con scelte capestro per il Paese? Perché assistiamo a lunghi dibattiti sulla necessità di rilanciare i consumi per far ripartire l’economia, il cui cardine sono i consumi interni, e poi si fa l’esatto contrario e si chiedono una volta di più inutili sacrifici agli italiani? Perché a suon di tasse si distruggono le aziende, i posti di lavoro, e si uccide l’economia italiana che molto avrebbe da esprimere?”.

Conclude Pavan Bernacchi: “La nostra idea è che – come nella Curva di Laffer – chi di tasse ferisce di tasse perisce. Laffer ha dimostrato che aumentando le tasse diminuiscono i consumi e lo Stato, paradossalmente, vede diminuire le entrate. La politica, e il governo in particolare, oggi dovrebbe suonare una sola musica: diminuire la spesa pubblica e fare ripartire l’economia, il PIL. Se non hanno il coraggio di affrontare questi tagli drastici e urgenti il nostro paese andrà incontro ad anni di sofferenza, proprio come in un’economia di guerra”.

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